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Ex Hotel Esit a La Caletta di Carloforte, nascita di un eco-mostro.


Carloforte, La Caletta, eco-mostro in costruzione

Alle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra arrivano oltre 1.500 segnalazioni all’anno. Sono in aumento e cerchiamo di vagliarle tutte, anche le più assurde.  Una delle segnalazioni che perviene più spesso da residenti e, soprattutto, da turisti (almeno una trentina negli ultimi sei mesi) è quella relativa all’ecomostro in divenire sul litorale di La Caletta, sull’Isola di San Pietro, Comune di Carloforte (CI).

E’ un vero e proprio scempio ambientale e urbanistico, purtroppo autorizzato.

Per capire meglio, in sintesi, ricordiamo quanto è emerso in seguito alle richieste di informazioni (18 febbraio 2010) inoltrate dal Gruppo d’Intervento Giuridico e dagli Amici della Terra:

– si tratta di  “lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’ex Hotel Esit“. Ora il titolare è il Gruppo Delle Piane di Bologna, in precedenza il Gruppo Porcedda di Cagliari.  Si passa dai precedenti 9.853 metri cubi ai 12.170 metri cubi (aumento del 25%);

–  la concessione edilizia è la n. 53 del 12 luglio 2006;

–  con nota Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Cagliari n. 36/2006 del 23 maggio 2006 è stata emanata autorizzazione paesaggistica;

Carloforte, La Caletta, ex Hotel Esit

–  con nota Cap. Porto Cagliari n. 6/09 dell’11 marzo 2009 veniva rilasciata concessione demaniale (art. 55 cod. nav.);

–  con nota Ass.to reg.le difesa ambiente – Servizio S.A.V.I. n. 4191 del 17 febbraio 2010 veniva rilasciato parere positivo con condizioni sulla valutazione di incidenza (art. 6 del D.P.R. n. 120/2003);

–  con determinazione n. 112 del 2 marzo 2010 è stata concessa la proroga di un anno per il termine dei lavori;

–  il cartello “inizio lavori” è sul posto (lato nord del cantiere);

–  con esposto del 28 aprile 2009 Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra segnalavano l’anomalo sversamento di detriti da edilizia in numerose strade rurali carlofortine: il N.O.E. dei Carabinieri indagava e denunciava alcuni “sversatori”. Attualmente le imprese che lavorano producono al Comune le attestazioni di conferimento a discarica controllata.

Com’è stato possibile che venisse autorizzato un simile scempio?     Proviamo a capirci qualcosa di più. in sintesi:

Carloforte, La Caletta, cantiere dell'eco-mostro

* l’aumento del 25% delle volumetrie preesistenti (l’ex Hotel Esit esisteva fin dagli anni ‘60 del secolo scorso) è stato concesso in base all’art. 2, comma 2°, lettera h, della legge regionale n. 23/1993 che consente tali ampliamenti – per i soli insediamenti ricettivo-alberghieri esistenti – anche in deroga ai vincoli di inedificabilità costieri, se compatibili con lo strumento urbanistico comunale;

* così è stata rilasciata la concessione edilizia n. 53/2006, in base al piano urbanistico comunale – P.U.C. (art. 66 norme di attuazione) allora vigente ed elaborato in attuazione dell’illegittimo piano territoriale paesistico – P.T.P. n. 14, annullato dal T.A.R. Sardegna, con sentenza n. 1208 del 6 ottobre 2003 su ricorso degli Amici della Terra;

* con sentenza n. 987 del 16 settembre 2009 il T.A.R. Sardegna ha annullato il P.U.C. di Carloforte, ma ciò non comporta l’automatico annullamento degli atti autorizzativi rilasciati sotto la vigenza dello strumento urbanistico annullato;

* il piano paesaggistico regionale – P.P.R., come noto, ha concesso, con una norma transitoria (art. 15 delle norme tecniche di attuazione) la vigenza dei P.U.C. approvati e operativi alla data della sua entrata in vigore. Disposizione molto contestata dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, ma tuttora vigente;

* come si può capire, il P.P.R. c’entra, ma solo parzialmente. La “colpa” maggiore di questo moloch edilizio è del vecchio P.T.P. e del vecchio P.U.C., ambedue annullati in sede giurisdizionale perchè ritenuti illegittimi.

Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra

Carloforte, La Caletta, cartello "inizio lavori" dell'eco-mostro

(foto da mailing list ecologsta, S.P., L.C., archivio GrIG)

  1. menego
    luglio 23, 2011 alle 8:46 am

    che bel regalo ci ha lasciato l’ex sindaco e l’ex presidente del bologna, due uomini di successo

  2. PinEllo
    luglio 23, 2011 alle 8:53 PM

    @menego

    sbagli è l’attuale sindaco e non l’ex che ci ha fatto questo bel regalo

  3. Gregorio
    luglio 24, 2011 alle 7:48 am

    Ricordo che Il vecchio progetto prevedeva l’eliminazione di un piano in altezza e il suo arretramento verso l’interno,girava un progetto che era stato appeso alla Pro Loco di Carloforte.
    Non so cosa sia successo ma cosi a occhio mi sembra che sia anche più largo.
    Non conosco personalmente nessuno dei due sindaci ne i vecchi e nuovi proprietari dell’albergo,però vengo da 15 anni a Carloforte per lavoro e spesso anche in vacanza.
    Negli ultimi anni esattamente dal 2008 l’isola di S Pietro è diventata una discarica a cielo aperto e le case abusive crescono come funghi è un vero peccato sembra che non ci siano ne regole ne controllo.

  4. menego
    luglio 24, 2011 alle 10:29 am

    la concessione edilizia è del 2006 con il precedente sindaco, come il puc

    • alidoro
      agosto 24, 2011 alle 5:26 PM

      Da semplice turista amante della natura e del paesaggio, posso solo dire che ho scoperto questo ecomostro dal mare a bordo d’una piccola imbarcazione, come una cosa aliena che emerge d’improvviso e che fa pensare subito all’assenza di limiti della stupidità umana. Dopo qualche secondo, invece, mi sono chiesto perchè noi tutti permettiamo ancora che esista una catena di enti con burocrati e politici quanto meno, e forse non solo, inefficienti tanto da non tutelare meraviglie come San Pietro. E tra tutte le autorizzazioni tra PPR, PTP e PUC, quella che turba di più è quella rilasciata dalla Soprintendenza, senza nemmeno condizioni di arretramento e riduzione (non aumento) delle preesistenti cubature, perchè in quell’ente dovrebbero risiedere e lavorare per il bene comune uomini e donne con menti e culture formate alla valorizzazione intelligente del nostro magnifico territorio…in un isola che meriterebbe di stare nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e di essere vincolata totalmente come area marina protetta.

  5. agosto 26, 2011 alle 2:33 PM

    da Sardegna 24, 26 agosto 2011
    L’ecomostro. L’incubo di Carloforte: un paesaggio sfregiato dall’albergo ex Esit. Costruito alla Caletta negli anni ’60 doveva essere demolito, invece, grazie ad alcuni cavilli e a una ristrutturazione ne verrà ampliata la volumetria del 25%. (Luca Mereu)

    Un “refuso ambientale”, un “cubo incombente sul mare”, “un pugno nello stomaco”. Queste alcune delle definizioni che residenti e turisti danno all’Hotel “Baia d’Argento” visto l’impatto visivo insostenibile che si riceve arrivando a La Caletta, una delle zone più belle di Carloforte. Negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso l’Ente Sardo Industrie Turistiche promuove la costruzione di una serie di alberghi nelle zone costiere e interne della Sardegna con lo scopo di dare impulso all’allora nascente fenomeno turistico. Tutti gli hotel costruiti dall’Esit non ebbero molta fortuna pur godendo di scenari paesaggistici da favola. Identica sorte ebbe l’hotel “Baia d’Argento” realizzato sulla scogliera che sovrasta la spiaggia di La Caletta a Carloforte, a due passi dal mare. Chiuso da lustri, messo all’asta inutilmente, venne acquistato da una società immobiliare iglesiente, passando successivamente di mano. Seguirono lavori di demolizione poi interrotti. All’inizio del 2010 i lavori riprendono sotto la dicitura “ristrutturazione e ampliamento dell’ex Hotel Esit”: cioè si passa dai precedenti 9.853 metri cubi ai 12.170 metri cubi con un aumento delle volumetrie del 25%. A tutt’oggi il titolare è il Gruppo Delle Piane di Bologna. All’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico arrivano ogni anno oltre 1.500 segnalazioni all’anno su scempi ambientali che avvengono nella nostra Isola: moltissime riguardano proprio l’hotel in divenire a La Caletta. L’Idea che a primo impatto se ne ricava è che sia un vero e proprio scempio ambientale e urbanistico, però autorizzato. Infatti gli approfondimenti tecnici effettuati dal Grig certificano come l’albergo abbia la concessione demaniale (2009) ed edilizia (2006), la valutazione di incidenza (2010), l’autorizzazione paesaggistica (2006). L’abusivismo edilizio in Sardegna infatti presenta una casistica sfaccettata: una delle più subdole e meno riconoscibili è certamente quel magma cavilloso e impenetrabile che bypassa – lecitamente – i “normali” iter legislativi. Il caso dell’albergo “Baia d’Argento” poi è emblematico in tal senso: ad esempio il 25% di volumetrie in più è stato possibile grazie all’art. 2 della legge regionale n. 23/’93 che consente ampliamenti (per gli insediamenti alberghieri esistenti) se compatibili con lo strumento urbanistico comunale. Il T.A.R. Sardegna, con sentenza del 2009, ha poi annullato il Puc di Carloforte, ma ciò non ha comportato l’automatico annullamento degli atti autorizzativi. Infatti il Piano Paesaggistico Regionale ha concesso, con una norma transitoria (l’art. 15 delle norme tecniche di attuazione) la vigenza dei Puc approvati e operativi alla data della sua entrata in vigore. Quindi l’hotel baia d’Argento grazie a questi artifizi da azzeccagarbugli è salvo: anzi “s’ha da ampliare”, nonostante le rumorose proteste di turisti e residenti amanti del buon gusto.

    I casi. (Tamara Peddis)
    Dalle miniere al villaggio: il progetto di Nebida.

    Per il momento è stata costruita solo una palazzina nel centro del paese, in zona residenziale. Ma il faraonico progetto delle Dimore Esclusive s.r.l. nel borgo minerario di nebida, sulla costa occidentale, prevede la realizzazione di 75 ville, 300 appartamenti, di cui 60 suites, oltre a centri benessere, piscine oceaniche e pure un eliporto. Il tutto dovrebbe sorgere a pochi passi dalla costa dell’Iglesiente e dietro la società ci sono i capitali della banca bolognese Unipol. Il cantiere “di riqualificazione paesaggistica” per ora resta sulla carta.

    Su Tuerredda e Malfatano il cemento della Marcegaglia.

    Un albergo di lusso, residence e 60 ville da costruire tra Capo Malfatano e Tuerredda a Teulada, tra le dune di sabbia bianchissima, macchia mediterranea e corsi d’acqua. Un grande complesso turistico della società SITAS srl, di cui fanno parte il gruppo Marcegaglia, Monte dei Paschi di Siena, Benetton. 140 mila metri cubi di cemento da costruire su 30 km. di costa. C’è unìindagine della Magistratura intervenuta alcuni mesi fa dopo gli esposti del Gruppo di intervento giuridico e varie associazioni ambientaliste. Si indaga su presunte irregolarità amministrative nel comune di Teulada, intanto è stato costruito circa il 20 per cento del progetto.

  6. Valentina
    settembre 16, 2011 alle 9:01 am

    Certo meglio un ECOMOSTRO che sta lì da 60 anni ad arruginire, che una nuova struttura ricettiva che possa aiutare l’isola a rilanciarsi, a portare turisti in numero sempre maggiore e, DI CONSEGUENZA, a far da volano anche per TUTTE le attività presenti nell’isola…

  7. ottobre 8, 2011 alle 11:09 am

    foto “presa in prestito” senza alcuna citazione della fonte 😮

    da Sardegna Democratica, 8 ottobre 2011
    http://www.sardegnademocratica.it/foto-del-giorno/carloforte-ecco-il-modello-di-cappellacci-e-del-centro-destra-1.24365

  8. Elm 2226
    novembre 13, 2011 alle 5:07 PM

    sicuri che sia il gruppo delle Piane Bologna e non la Demont (Lorenza Delle piane ? )

    • novembre 13, 2011 alle 7:56 PM

      la concessione della proroga (determinazione n. 112 del 2 marzo 2010) risulta intestata al cav. Aldo Dellepiane (in altri atti è Delle Piane), amministratore unico della società La Caletta s.r.l.

  9. giancarlo
    novembre 23, 2011 alle 10:30 PM

    ma invece di lamentarvi di carloforte (che è uno dei pochi posti dove sente meno la crisi e si riesce bene o male ad andare avanti !!!!!)perchè non guardate altri paesi dove non puoi toccare l’acqua di mare perchè inqunata oppure vedi tutto limpido ma è perchè non c’è vita oppure perche solo per guardare ti spennano fino al buco del c….

    • giancarlo
      novembre 23, 2011 alle 10:37 PM

      condivido quello che scrive valentina ha pienamente ragione!!!!!
      ci sono in italia tanti eco mostri peggiori (basta guardare striccia la notizia ) realizzati e abbandonati solo per prendere soldi almeno carloforte costruisce per far funzionare come si deve come il Riviera o l’Hotel Niccolo ecc

  10. giancarlo
    novembre 23, 2011 alle 10:38 PM

    errore di battitura STRISCIA la notizia

  11. novembre 23, 2011 alle 10:59 PM

    caro Giancarlo dai commenti compulsivi, chi si “lamenta di Carloforte”?! E’ uno dei posti più belli del Mediterraneo 😉
    E’ innanzitutto Carloforte che si lamenta di questo scempio ambientale e urbanistico.
    Era un’occasione unica per migliorare un obbrobrio (il vecchio Hotel Esit) e s’è riusciti nel compito quasi impossibile di peggiorarlo.
    Questo non è turismo, è solo edilizia. Becera.

  12. Francesco Marras
    novembre 24, 2011 alle 1:23 PM

    vorrei precisare che il “Baia d’Argento” non è mai stato costruito dall’ESIT e quindi è ora di finirla nel definirlo albergo “Ex ESIT” è stato costruito dalla Ditta che si aggiudicò l’appalto indetto dall’Assessorato regionale al Turismo dell’epoca.
    Gli alberghi costruiti dall’ESIT negli anni 50 e 60 non erano degli ecomostri ma erano il fiore all’occhiello del turismo in Sardegna.
    firmato Francesco Marras (ex dipendente ESIT)

    • novembre 24, 2011 alle 4:05 PM

      Gent.mo Francesco Marras, pubblichiamo in questo articolo la foto dell’ex albergo Esit situato a La Caletta e recentemente demolito.
      Chiunque può rendersi conto dell’impatto ambientale su una baia così raccolta.
      Ovviamente sono stati costruiti da imprese che avevano vinto le relative gare d’appalto, ma erano tutti di proprietà della Regione autonoma della Sardegna e assegnati all’Ente Sardo Industrie Turistiche – E.S.I.T.
      Alcuni gestiti in proprio, altri assegnati a gestori.
      Si chiamano genericamente “Hotel Esit” perchè all’Esit erano assegnati, poi – volendo – si può anche spaccare il capello in quattro. 😉

      • Francesco Marras
        aprile 19, 2012 alle 12:42 PM

        è assolutamente priva di ogni fondamento l’affermazione “assegnati all’Ente Sardo Industrie Turistiche – E.S.I.T. ho gestito il patrimonio immobiliare dell’ESIT e vi posso assicurare che l’Ente niente ha avuto a che vedere con il Baia d’argento, l’Ente a Carloforte possedeva solo un terreno in località “Spalmadoreddu” destinato alla costruzione di approdo turistico ed ora ceduto gratuitamente al Comune di Carloforte. Poi se volete continuare a chiamare tutti gli alberghi costruiti in Sardegna dalla Regione “alberghi ESIT” sappiate che, per essere credibili, è vostro dovere essere informati.

  13. aprile 19, 2012 alle 3:18 PM

    egregio Francesco Marras, continui a spaccare il capello in quattro e anche in otto, sarà più credibile. Intanto si legga questo: http://progetto-turismo.it/wp-content/uploads/2011/12/Proposta-di-Investimento-La-Caletta-a-Carloforte-Isola-di-San-Pietro-CI.pdf

  1. agosto 22, 2013 alle 5:58 PM

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